Mirabilia
MIRABILIA Pratiche urbane tra arte e scienza
è un progetto biennale svolto tra novembre 2021 e marzo 2023 presso la Scuola Primaria Fedora Servetti Donati – Budrio (Bologna)
co-finanziato da Fondazione Demetrio Benni, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Regione Emilia Romagna L/37 Settore Cultura.
Ideazione e conduzione Alessandro Carboni e Chiara Castaldini
assistenti Anna Clara Conti e Rita Favaretto
grafica Alessandro Carboni
riprese e montaggio video Lino Greco
Le mirabilie sono qui intese come attività che si sono sviluppate intorno a due macrotemi, una per ogni anno. La prima tappa si è svolta nel 2021 con Nella Mia Città – Mappature Creative per Corpi Urbani, 36 laboratori attorno all’idea dei mirabilia urbis (l’equivalente delle moderne guide di viaggio) che hanno preso spunto dalla ricerca di Alessandro Carboni e Chiara Castaldini, ideatori del metodo e della guida/gioco Embodied Map Toolkids.
Sono stati proposti a 12 classi quarte e quinte laboratori a carattere fortemente interdisciplinare di architettura partecipata, esplorazione e movimento creativo, per sperimentare tutto ciò che rende possibile la trasformazione delle esperienze vissute nella città con il corpo. Il progetto ha avuto un ottimo riscontro in termini di partecipazione da parte dei bambini, di entusiasmo da parte dei docenti e della Direzione Didattica. La conclusione del progetto ha visto come forma di restituzione alle famiglie e alla cittadinanza, l’allestimento di una mostra diffusa, dal titolo A SPASSO, con immagini dei materiali visivi e corporei sviluppati dai bambini durante i laboratori: venti manifesti di grande formato sono stati collocati in vari punti della città di Budrio e frazioni, nel tentativo di raccontare per immagini parte di questa esperienza; all’interno di ogni manifesto sono state inserite una o più parole la cui combinazione ha composto una frase del filosofo e sociologo Walter Benjamin. Dopo la fine del laboratorio pratico a scuola, i bambini sono invitati a continuare ad esplorare la città, seguendo una mappa/gioco, alla ricerca delle postazioni dei manifesti al fine di ottenere, parola dopo parola, l’intera frase.
Per la seconda tappa del progetto (febbraio-marzo 2023) Formati Sensibili ha realizzato LOCUS SOLUS Macchine dell’immaginazione, un ciclo di laboratori di arti visive e movimento creativo. Questa proposta educativa ha favorito i molteplici aspetti della formazione attraverso l’incontro con esperienze artistiche e tecnico-scientifiche ed è stata rivolta a 12 classi terze e quarte, prendendo liberamente spunto dall’omonimo testo Locus Solus di Raymond Roussel. Nella storia l’autore dà vita a uno straordinario parco delle mirabilie fatto di immaginari congegni stupefacenti costruiti daI protagonista, l’inventore Martial Canterel: macchinari dai meccanismi precisissimi che possono essere definite a pieno titolo installazioni, opere d’arte contemporanee fondate sull’ibridazione di natura e artificio, di vita e automatismo. Il suo giardino immaginario è diventato per gli esperti Alessandro Carboni, Chiara Castaldini e Rita Favaretto, il pretesto per far costruire agli alunni e far funzionare ingranaggi di congegni che non possono esistere senza l’intervento dei bambini stessi, senza la mediazione del loro corpo, del movimento.
Attraverso la manipolazione e l’assemblaggio di oggetti progettati e realizzati da Alessandro Carboni, gli esperti di Formati Sensibili hanno poi sviluppato attività e pratiche performative, facendo sperimentare ai bambini le relazioni e le intersezioni tra realtà e mondi immaginari, stimolati ad assemblare i pezzi ed infine a sperimentare e fisicamente la macchina attraverso il gioco, la musica e il movimento. Ogni incontro ha visto protagonista una macchina che si compone di ingranaggi di materiali diversi (legno, plastica, metallo…) e che sviluppa un tema specifico, legato ai vari tipi di energia e a principi di meccanica. L’approccio interdisciplinare del laboratorio hanno stimolato nei bambini un pensiero computazionale, un processo logico-cognitivo in cui l’immaginazione diviene un ponte di collegamento tra l’uomo e la macchina assicurandone la reciproca interazione. Risultato di un processo estremamente generativo e aperto a qualsiasi prodotto finale, le macchine hanno assunto così aspetto e caratteristiche unici per ciascun gruppo di lavoro.