Always Becoming

Always Becoming è una piattaforma di ricerca erratica che riflette sulla nozione di corpo combinando pratiche performative, processi di incorporazione, mappatura dello spazio urbano, cartografia critica e geografia sperimentale. Concepito come un sistema operativo collaborativo, il progetto si muove da un contesto urbano all’altro. Il progetto mira ad aprire infinite possibilità e domande sulla città contemporanea, sulla postura e le potenzialità dei cittadini, sulla percezione dei corpi e degli spazi nelle arti, fondandosi sull’interdipendenza tra scienza, pratica e produzione. Partendo dal presupposto che la forma attuale della mobilità non risolve le differenze di potere, ma piuttosto le intensifica, lo spirito errante di Always Becoming# intende affrontare le contraddizioni e i paradossi della nostra condizione storica. Aprendosi con domande radicali, rendendo fluide norme e identità fisse, il tempo e lo spazio saranno affrontati da una varietà di punti di vista: artistico, politico, sociale. Il progetto riunisce performer, teorici, artisti e curatori per riflettere sul corpo come vettore, come strumento e non come condizione, per analizzare le forze incorporate che regolano la vita contemporanea, la dinamica collaborativa e collettiva della produzione artistica.

Il periodo di ricerca è concepito come un’oscillazione tra momenti di esplorazioni urbane, performance, workshop, prove, presentazioni (mirate e informali) e sessioni di pratica (più lunghe) all’aperto. Al termine del periodo di ricerca, il progetto viene presentato sotto forma di performance di lunga durata denominata Corporeal-Maps, in cui i performer presentano una selezione di gesti e azioni precedentemente raccolti nei diversi spazi urbani in cui Always Becoming# abita. Non solo eventi, situazioni, avvenimenti, ma anche forme geometriche, tracce, macchie e oggetti vengono esplorati, mappati e raccolti – come dati spaziali urbani – individualmente da ciascun interprete attraverso un processo di incorporazione di accumulo-smontaggio-rimontaggio, e i dati vengono trasformati in sequenze performative attraverso il pensiero coreografico. L’intero processo è reso possibile dall’utilizzo di EM:tools for urban mapping, un sistema in continua trasformazione ideato da Alessandro Carboni.

Progetto | Alessandro Carboni.

Con la partecipazione e contributo | Piersandra di Matteo (researcher and curator), Lorenzo Tripodi/Oginiknauss (video maker and researcher), Massimo Carozzi/Zimmerfrei (sound artist), Alice Mazzetti (dancer), Chiara Castaldini (dancer), Giulia Morini (dancer), Martina Piazzi (dancer), Aristide Rontini (dancer), Tihana Maravic (curator), Lorenza Pignatti (researcher), Felix Ke and Tsui Ivy (dancers), MapOffice/Laurent Gutierrez and Valérie Portefaix (Architect/Visual Artist), David Jhave Johnston (Digital Poet), Jane Prophet (Media Artist), Bogna M Konior (Media Artist Theorist), Wallace Chang (architect), Lai Wai Yi, Monti (Visual Artist), Josef Bares (Visual Artist), Luxi Fang (assistant)
Produzione | Formati Sensibili 2014-2016
Con il supporto | Hong Kong Arts Development Council (HKADC); Videotage: Fuse Artist-in-residence Programme; Italian Culture Institute of Hong Kong; School of Creative Media, City University of Hong Kong;  Atelier Sì spaziotempo 2015/16 Artists in ResidenSì Programme; 

 

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